La Raccolta del '900

Ultima modifica 22 marzo 2024

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Catalogo delle opere d'arte del Comune di Gonzaga

A partire dagli anni '50 il Comune di Gonzaga ha promosso, attraverso la Fiera Millenaria, numerosi eventi di carattere culturale che hanno permesso l'acquisizione di diverse opere d'arte (dipinti, sculture, disegni). Nel tempo sono seguite diverse donazioni come quella degli eredi di Dino Villani e di Nani Tedeschi. Nell'anno 2012, all'interno delle azioni del Distretto Culturale DOMInUS (Consorzio Oltrepò Mantovano) è stata predisposta la catalogazione delle opere in modo da renderle visibili ai cittadini di Gonzaga e ai visitatori.

Dipinto astratto

Il Premio Fiera

Concorso di pittura estemporanea in Fiera Millenaria

Nel secondo dopoguerra si intensifica una vera e propria stagione dei Concorsi, sorti un po' ovunque, alcuni dei quali hanno avuto un notevole successo nel mondo dell'arte, veri e propri trampolini di lancio per molti artisti.

Una formula indovinata fu anche quella della gara di pittura estemporanea. Associazioni, Sindacati, Pro-Loco, Aziende di Soggiorno, Feste dei Partiti le promuovevano con premi, diplomi e attestati di partecipazione. Le vittorie e i buoni piazzamenti erano titolo di merito ed entravano nelle biografie degli artisti.

Il Concorso di pittura estemporanea in Fiera Millenaria, o ex tempore come si diceva un tempo, è quello in cui i partecipanti dovevano eseguire l'opera entro un tempo stabilito, in un luogo scelto liberamente all'interno del quartiere fieristico, interpretando liberamente gli aspetti visivi legati in qualche maniera alla Fiera di settembre. Si cominciava la mattina o il giorno prima con l'iscrizione e la timbratura della tela, questo per evitare che qualche pittore arrivasse col quadro già fatto, in quanto era obbligatorio che l'opera venisse eseguita sul luogo e in giornata.

Era allora frequente incontrare pittori, anche di nome, nei luogi importanti e caratteristici della Fiera. Si sceglievano i punti e gli scorsi con cura perché il soggetto era la fonte dell'ispirazione, il posto comodo e senza intralci al lavoro, dopodi che si piazzavano i cavalletti e via col carboncino e la matita per poi stendere i colori. I pittori si mettevano in posti isolatio a piccoli gruppi dove si scambiavano parera e anche materiali.

La giuria che doveva scegliere le opere per assegnare i premi veniva direttamente dal vicino e blasonato Premio Suzzara, con nomi di rinomati critici d'arte, giornalisti, galleristi e altre personalità che attiravano numerosi artisti in cerca di riconoscimento.

Le opere premiate, dal 1956 al 1970, appartengono oggi al patrimonio artistico del Comune di Gonzaga, sono catalogate e conservate a testimonianza di quella importante iniziativa culturale. In occasione della tradizionale Fiera di settembre, una ricca selezione delle opere viene oggi riproposta all'attenzione del pubblico.

Il Premio Fiera è visitabile all'interno dell'ex Convento di S. Maria, negli orari di apertura della Biblioteca Comunale "F. Messora".

Nani Tedeschi

Nani Tedeschi

Una Fiera fantastica

Nani Tedeschi (Cadelbosco di Sopra, 5 settembre 1938 - Reggio Emilia, 8 agosto 2017). Laureato in medicina, ha coltivato da sempre il talento per il disegnoe la pittura, che lo ha portato a prestigiose collaborazioni (Corriere della Sera, Sole 24 Ore, RAI) e gli ha valso numerosi inviti a rassegne nazionali ed internazionali, tra cui la XXXVI Biennale di Venezia. Ha tenuto svariate mostre personali sia in Italia (Ferrara, Modena, Roma, Milano) che all'estero (Berlino, Vienna, Amburgo, New York, Tokyo, San Paolo del Brasile). Ha illustrato numerosi volumi, tra cui Orlando furioso e Satira V dell'Aristo, Eneide di Virgilio e Pinocchio di Collodi.

I trentotto disegni dell'artista reggiano presenti nella Raccolta del '900 del Comune di Gonzaga, sono un bene prezioso per la comunnità, perché raccontano momenti salienti della Fiera Millenaria attraverso la forza visionaria di una nota personalità artistica che ha trovato proprio tra i gonzaghesi amicizia, sostegno e riconoscimento. Questa serie denominata Una Fiera fantastica, è stata commissionata nel 1992 dal Comitato della Fiera a Nani Tedeschi, la cui produzione artistica prometteva una "fantastica" e non per questo meno puntuale interpretazione della Millenaria. [...] Illustrazioni fantasiose e vivissime della Fiera Millenaria di Gonzaga, realizzate con tecnica mista su carta combinando china, acquarello, matita e collage. Immagini scaturite da racconti e aneddoti ascoltati durante la permenenza dell'artista in paese; vicende narrate attraveros un segno pulito ed estremamente raffinato , nelle cui carte sono raffigurati personaggi storici insieme a frati, viandanti e giostrai, mucche, cavalli e mezzi agricoli. In alcune di queste composizioni, compare lo stemma dei Gonzaga ritagliato da una stampa in bianco e nero, inserito in bandiere colorate o inciso a rilievo direttamente sul foglio; l'omaggio è evidente nella raffigurazione di cavalli, con chiaro riferimento agli affreschi di Palazzo Te a Mantova, di cani e falchetti, e nella presenza del quadro della Madonna di Gonzaga accanto al ritratto di Francesco II. La nascita stessa della Fiera è legata infatti all'evento miracoloso che ha visto protagonista il Marchese Francesco II Gonzaga che, sbalzato da un cavallo imbizzarrito sulla via per Reggiolo, rischiò di morire; scampato il pericolo fece fondare in quel punto il Convento di S. Maria intorno al quale riservò una festa alla Vergine, celebrandola con il commercio di beni senza il pagamento di gabelle e dazi. La rassegna di personaggi ed eventi legati alla Fiera, a Gonzaga e all'Oltrepò mantovano presenta i ritratti di due donne straordinarie che hanno segnato il territorio, come la potente feudataria di epoca medievale Matilde di Canossa e la "Primadonna" del Rinascimento Isabella d'Este Gonzaga. Prosegue poi con figure più contemporanee come Fausto Coppi, che corse nel '59 al circuito ciclistico di Gonzaga e include flashback della Millenaria sulla gara di pittura estemporanea, sul circo e la "Bella del Luna Park", sull'arrivo degli zinagri e dei cantastorie, sui giornalisti, i mercanti e i mediatori di cavalli. (Le illustrazioni di Nani Tedeschi nella Raccolta del '900, di Paola Boccaletti, Curatore museale del Distretto DOMInUS)

Nani Tedeschi era presente alla Fiera Millenaria del 1984, con 32 opere, che rivisitavano l'universo artigiano e contadino della Padania, riproponendo il passato dell'uomo e del suo mondo da non dimenticare. Soprattutto nel nostro tempo in cui, per dirla con le parole di un grande storico, Jacques Le Goff, "cambia la memoria collettiva, in cui l'uomo, di fronte all'accelerazione della storia vuole sfuggire all'angoscia di diventare un essere senza passato". La rassegna, intitolata, "Il tempo macinato, figure e luoghi dell'universo contadino", promossa dal Consorzio fra produttori e cooperative agricole, si rivolgeva al mondo della scuola e, di riflesso, a quello delle famiglie, nella convinzione che, "raccontare, ricordare, immaginare serve per capire, per confrontare, per valorizzare, sia il mondo da cui ci allontaniamo, che il mondo verso il quale ci protendiamo". Pertanto, quando nel 1992, il Comitato di gestione della Fiera commissionava a Tedeschi una serie di opere rievocative della Millenaria, con l'intenzione di utilizzarle in futuro come apparato illustrativo di un libro dedicato alla storia della Fiera, l'artista ormai affermato in Italia e all'estero, affrontava un tema che gli era familiare. Contestualmente trovavano posto nelle sale espositive del Convento "Gli animali fantastici della Padania", una serie di piccole sculture nelle quali l'autore manifestava la particolare abilità di trasformare il sogno in realtà. Cosicché un bestiario composto di creature impossibili nate dalla combinazione di conchiglie e parti corporee, tratte dal repertorio zoologico reale e favolistico, davano vita a figure che sempre appartengono intimamente all'immaginario artistico di Nani: "Ho cominciato dall'ippogrifo - così Tedeschi iniziava la presentazione delle sue opere nel catalogo della mostra - ed ero un ragazzo. L'avevo trovato nei prati dietro casa, allora incupiti dalla guerra. Ci vedevamo verso sera, ché poi lui volava via nella notte, com spaventato dagli aerei che laceravano il cielo con striscie luminose, di fuoco. Poi vennero gli altri" animali fantastici. "Sì, una fiera fantastica!", mormorava Nani come uscito da un sogno, rimanendo comunque abbarbicato alla memoria. Una consapevolezza profonda, questa, che Nani ha del passato di cui si sente il valore di radice del suo operare in uno spazio senza limite e senza tempo, dove natura e fantasia si mescolano per assumere valori poetici e significati simbolici. Seduto sul suo scranno di lavoro, il poeta del segno e del colore, allora come ogg, "dietro la penna libera nel pomeriggio senza età", offre il "piacere tutto individuale del ricordo" di "quei sapri quegli odori quelle sensazioni", che "premono dietro la penna che scorre sul foglio bianco, alla ricerca vana di una sintesi troppo affollata". "Sulla linea grigia dell'orizzonte appaiono", intanto, "in un bagliore d'azzuro, le ali di quell'ippogrifo incontrato per la prima volta nei racconti serali della stalla". E nel contempo Nani, sfogliando il volume "Una fiera italiana. La fiera di Gonzaga dalle origini a fine Ottocento" (pubblicato dal Circolo Ivanoe Bonomi nel 2003), dove sono riportate 36 delle 38 opere da lui realizzate, ripercorre con la memoria il crescere del suo amore per la Millenaria, rinvigorito di anno in anno con la presenza sui prati delle macchine agricole, negli stand ricchi di merci, nella bettola, assieme all'inseparabile moglie, Milena, e ai più affezionati amici. "Una grande festa delle genti padane, ricordo anzitutto, del mondo dei campi, con i suoi personaggi, gli animali delle fattorie, l'orso ammaestrato, ma anche i saltimbanchi e i burattinai, i comici e gli equilibristi, le giostre, il ballo, la musica assordante, le bettole fumanti di profumi intensi. Ma i ricordi fanno affiorare tra queste immagini, accostandole, quelle che emergono dalla memoria - aggiunge Nani - più pronfonda del tempo. C'è persino la gran contessa Matilde e l'abside rimasta intatta della sua chiesa, l'immagine della Madonna dei miracoli, il convento e i Gonzaga che lo fecero costruire, i soldati di ventura, il falconiere, il nobile di città e il gentiluomo di campagna, e tanti cavalli ad esprimere l'amore che i Gonzaga avevano nei loro confronti, e la numersa presenza di questi superbi animali nele fiere del passato, senza comunque dimenticare il maiale 'giustiziato'". Certamente - precisa Nani - ci si trova di fronte a "storie d'altri tempi da raccontare, da dire almeno ai figli intanto cresciuti dietro alle storie ed altri mondi, con miti e mitologie ben diversi, soprattutto diverso il rapporto col mito, cresciuti tra la nostra generazione - in ritardo sulla Resistenza ed in anticipo sul '68 - e la loro dalla tecnocrazia dilagante". Si tratta comunque di " storie, dolori, fatiche, gioie di una civiltà che va per certi versi riscoperta con umiltà ed amore: qui sono le nostre radici, qui ilnostro futuro con dentro ben saldo il rispetto dell'uomo, della sua dignità, della sua vita, della sua libertà e della sua fantasia". È indubbio che l'incarico affidatogli dal Comitato Fiera abbia influito positivamente, con l'incoraggiare la libera incursione nel territorio della Millenaria dei personali ricordi, lasciando spazio alla componente emozionale, comunque mai disgiunta da uno studio pronfondo della storia. Cosicché le immagini, che a prima vista possono apparire incoerenti, incoraggiano invece una puntuale riflessione dell'osservatore, appena vi metta un poco di attenzione, sul suo messaggio. Nel contempo i condensati di soggetti, soprendenti per la sapienza dell'impaginazione, per gli spazi esattamente calibrati, e l'alternarsi di figure dal segno diretto e preciso, ma al tempo stesso libero, lasciano un ampio spazio alla fantasia e alle suggestioni, rendendo in tal modo intrigante l'opera. Segue un'agile divagazione sul filo della nostalgia. Poi il congedo con cui Nani celebra la propria identità, che risiede in quel particolare scenario costituito dalla "bassa padana" tra Reggio Emilia e Mantova. Una terra che segna l'animo di chi la frequenta, di chi la respira, osserve e smarrisce un poco di sé negli ampi orizzonti, in definitiva la terra che ospita la Millenaria. (Una fiera fantastica, di Fabio Cavazzoli, Presidente Circolo culturale Ivanoe Bonomi)

 

Una Fiera fantastica è visitabile all'interno dell'ex Convento di S. Maria, negli orari di apertura della Biblioteca Comunale "F. Messora".

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Bibliografia 

 


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